Lo ammetto. La prima volta che ho parlato in pubblico è stata un disastro, non ero sicuro di essere preparato al punto giusto e soprattutto avevo appreso informazioni sbagliate dall’esterno e falsi miti sulla paura di parlare in pubblico. Le parole che mi risuonavano in mente non facevano altro che generare confusione. Avevo sentito e letto tante nozioni, ma nessuno mi aveva dato l’opportunità di capire con chiarezza cosa fosse giusto o sbagliato.
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D’altronde non facciamo tutti così? Abbiamo la tendenza a credere alle truffe, agli scandali, alle bugie ed a una serie di racconti che spesso non siamo neanche andati a verificare. Fin quando poi non ci sbattiamo la faccia e ci rendiamo conto di quante falsità ci sono state tramandate da qualche conoscente o presunto esperto. Non so tu, ma io ho creduto addirittura alla Befana, fin quando non ho beccato il delegato di famiglia (mio papà) mentre poggiava le calze piene di caramelle e carbone vicino al camino :-).
Tornando a noi. Vorrei che anche tu evitassi l’errore di credere ad alcuni falsi miti sul parlare in pubblico e ti consiglio di metterti comodo e leggere con attenzione le prossime righe. Anche perché la paura riguarda sia il professionista esperto che il principiante.
Ecco i 5 falsi miti sulla paura di cui ti parlerò:
- Sono l’unico ad aver paura di parlare in pubblico
- Bisogna essere perfetti oratori
- Lui non ha paura
- Il nervosismo è dannoso
- Mi scopriranno subito che sono nervoso
1 – Sono l’unico ad aver paura di parlare in pubblico!
Tra tutti i professionisti che ho incontrato, buona parte di loro vive con la convinzione di essere l’unico ad aver tanta paura di parlare in pubblico. Pur non avendo dei dati precisi espressi in percentuale, potrei già dirti che questo è falso. Ci sono tanti altri come te che hanno timore di parlare in pubblico.
Giuseppe potresti dirmi di più?
Ok, hai ragione. Ti fornirò un po’ di prove.
Secondo alcune ricerche, la paura di parlare in pubblico sarebbe seconda dopo la morte.
Giuseppe uhm, questa l’ho già sentita…
Infatti è una delle frasi più comuni. Anche a me è capitato di citarla per semplificare e spiegare quanto la paura di parlare in pubblico riguarda molte persone. In ogni caso, si tratta di un’indagine ed è bene che ti dia maggiori informazioni.
La ricerca è stata pubblicata nel libro The Book of Lists di David Wallechinsky del 1977. Nel capitolo intitolato “Le 14 peggiori paure umane” c’è scritto che il 41% delle persone ha paura di parlare davanti al pubblico, mentre solo il 19% teme la morte. Di seguito puoi visualizzare la tabella dei dati che ho scoperto grazie a Richard I. Garber di Joyful Public Speaking.
Le cifre riportate riguardavano nove paesi industrializzati (Belgio, Francia, Germania, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Spagna e Stati Uniti) e undici paesi in via di sviluppo (Brasile, Bulgaria, Cina, Colombia, India, Libano, Messico, Nigeria, Romania, Sud Africa, Ucraina).
In quella occasione (nonostante l’esattezza delle fonti rimanga incerta) il confronto delle due percentuali ha stuzzicato, a quanto pare, soprattutto l’interesse di Jerry Seinfeld. Il comico ha ironizzato i risultati con questa frase: “Le persone hanno più paura di parlare in pubblico che morire”.
In ogni caso, i dati esposti potrebbero bastare per farti capire come la paura di parlare in pubblico non riguarda solo te. Ma voglio dirti qualcosa in più, è passato un po’ di tempo da questo sondaggio e il parere delle persone potrebbe essere cambiato. Infatti il 27 marzo del 2014 YouGov plc, ha pubblicato l’articolo Argh! Snakes! America’s top phobias revealed di Peter Moore. Questa volta l’indagine ha riguardato un campione di 1000 adulti (che sono comunque un bel numero) a cui è stato chiesto quali paure, tra le 13 elencate, fossero quelle più temute. Ecco cosa è emerso nelle prime tre posizioni:
- Paura dei serpenti (64%)
- Paura delle altezze e dei luoghi elevati (57%)
- Paura di Parlare in pubblico (56%)
Un bravo dj da classifica dance, direbbe: “Al terzo posto, in discesa, abbiamo la paura di parlare in pubblico”. Sarà anche un terzo posto, riguarderà solo un campione di 1000 americani, ma credo sia un dato sufficiente per farti capire che non sei l’unico ad aver paura di parlare in pubblico.
2 – Bisogna essere perfetti oratori
Magari potrebbe essere vero (non mi troveresti comunque d’accordo), nel caso tu dovessi svolgere come mestiere l’oratore. Ma per tutti i professionisti che hanno necessità di comunicare la propria conoscenza, non occorre che siano eccellenti o impeccabili. Occupati invece di essere sincero con le persone che ti ascoltano, sii naturale. Se dovessi commettere un errore ammettilo, perché non è la fine del mondo, come ho spiegato nella mia guida pratica per superare la paura di parlare in pubblico.
Andiamo avanti perché mi tocca parlarti di una frase tanto abusata nello sviluppo personale che ha comunque un fondo di verità. Stai tranquillo, comunque io non ti farò saltare e urlare “Yes we can” o “Vai che ce la fai” :-).
Ok, la citazione è questa : “Non esiste fallimento, ma solo risultati”.
Un fallimento o errore è un’occasione in più per capire cosa tu possa migliorare in futuro. Ho letto tempo fa un articolo di Seth Godin, scrittore e imprenditore statunitense, a proposito di fallimento quando si parla in pubblico. Godin gira il mondo, è un esperto conferenziere ed ha incontrato migliaia di persone. La sua esperienza è indiscutibile. Ecco, a grandi linee, cosa ha scritto:
Oggi, sono quarant’anni dalla prima volta in cui mi sono trovato a parlare in pubblico (E per quello che mi ricordo, mi sono approcciato come se fosse una battaglia, non un’opportunità). Ero distratto, nervoso e non particolarmente ben accolto. E’ stato un fallimento epico. Amici e parenti convenivano con me, per quanto fossi stato poco coinvolgente. Di sicuro, una prestazione da non ripetere.
Ho continuato a commettere degli errori, ma ho sicuramente imparato alcune lezioni importanti sulla fiducia e l’impegno. Qualsiasi cosa vale la pena di fare, almeno all’inizio, ci sarà il fallimento.”
Se non sei disposto a sbagliare, come puoi capire quali sono gli errori e fare di meglio? Vedrai che con l’esperienza sarai sicuramente più coinvolgente e riuscirai ed essere sicuro e disinvolto. All’inizio nessuno pretenderà che tu sia un oratore impeccabile. Piuttosto devi acquisire le tecniche per gestire la paura e imparare a fornire alle persone delle informazioni di valore.
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3 – Lui non ha paura
Non mi riferisco a Michele, il personaggio del libro Io non ho paura di Niccolò Ammaniti, ma parlo di tutti coloro che mi hanno detto: “Lui non ha paura, è tranquillo, invece io sono sempre agitato”. Questo è un falso mito che dovrebbe già essere caduto dopo le indagini che ti ho mostrato nelle righe precedenti. Però tu insisti 🙂
Intanto ti chiedo: conosci davvero qualcuno che non abbia mai provato un minimo di tensione prima di parlare in pubblico?
Io continuo ancora oggi ad essere agitato prima di affrontare una platea. Ho solo imparato a gestire meglio l’emozione paura, ma non l’ho cancellata, è diverso. Non si può cancellare, è una balla mostruosa. La paura è naturale e senza ci saremmo forse estinti, perché i nostri antenati non avrebbero riconosciuto i pericoli.
Giuseppe cosa dici? Io ho un amico molto bravo che ha frequentato il corso “Come superare la paura di parlare in pubblico in 13 secondi insieme ai coccodrilli” e lui è sempre tranquillo.
Uhm…un minimo di agitazione è normale, avrà sempre un po’ di tensione.
Giuseppe un altro mio amico è stato seguito dal coach dei Village People ed ora introduce i concerti. Lui è sempre sereno.
Anche a me divertono i dischi dei Village People. Però salvo che non sia incosciente, un minimo di agitazione è normale.
Giuseppe aspetta un attimo. Un mio amico è l’unico italiano ad aver fatto colazione con Antony Robbins ed è stato vicino di casa del grillo parlante di Pinocchio. E’ certificato Power Rangers! Lui non ha paura”.
Abbiamo finito? O vuoi ancora andare avanti con questi esempi? Altrimenti chiedi a loro qual è la formula magica, perché secondo me non esiste 🙂
Dicevo. Tutti hanno un minimo di nervosismo o tensione prima di parlare in pubblico. È indifferente il percorso o studio che una persona abbia compiuto. Quindi, è inutile prendere a modello nomi o persone altisonanti e fare un confronto. Perché in quel caso commetti due errori: il primo è quello di fare confronti con gli altri, un po’ dannoso per la fiducia in se stessi. Il secondo è prendere ad esempio altre persone o nomi conosciuti e ritenerli invincibili. Perché tu non conosci le loro emozioni, magari sono agitati e tu non riesci a vederlo.
A tal proposito, mi viene in mente, un altro piccolo mito che descrive gli attori di teatro come sereni nel parlare in pubblico. È vero che studiare recitazione, l’abituarsi a stare davanti ad un palco, possa essere sicuramente efficace. Ma non basta o perlomeno non può riguardare tutti.
Ci sono molti attori che nonostante l’esperienza e la capacità di esprimersi, vivono con la paura di parlare in pubblico. Anzi ci sarebbe qualcuno pronto a scommettere che degli attori di teatro siano quelli che vivono maggiormente un minimo di agitazione, proprio perché sono perennemente sotto stress e ansiosi della riuscita dei loro spettacoli. In ogni caso, tutti provano un minimo di agitazione prima di parlare in pubblico.
4 – Il nervosismo è dannoso
“Il nervosismo mi farà peggiorare le prestazioni da oratore in pubblico”. Davvero? Non esiste un legame tra nervosismo e cattiva riuscita della presentazione o discorso pubblico (ovviamente nei limiti, se poi sei incaz…to col mondo, è vero, potresti peggiorare). Nella mia esperienza ho potuto apprendere che il nervosismo non è dannoso.
Al contrario ho sempre raccolto storie di eccellenti professionisti che durante una presentazione erano molto agitati e poi hanno parlato in pubblico con successo. Un minimo di agitazione è naturale ed è soprattutto efficace. Perché aumenta la nostra percezione, il nostro fisico è a pieno regime e si prepara a reagire al meglio nei confronti degli stimoli esterni.
Siccome mi sembra di aver visto la tua faccia perplessa, voglio parlarti di Lucas Mattiello. E’ il fondatore di Level Up Living ed ha vissuto un vero e proprio disturbo di panico per 15 anni che gli impediva di realizzare tutto quello che sapeva fare e di cui era capace. Oggi, ripete spesso che un minimo di tensione e nervosismo è efficace: “Anche se può sembrare difficile da credere, ma è vero, essere nervoso prima di parlare in pubblico è un bene”.
Lucas precisa che prima di parlare in pubblico è normale sentirsi agitati perché ci sono un sacco di persone che ci guardano. Ma il più grande cambiamento che possiamo fare è riconoscere l’energia generata dal nostro corpo ed imparare ad utilizzarla a nostro favore. Scegliere tra eccitazione e nervosismo. Due facce della stessa medaglia.
Insomma, senza le famose farfalle nello stomaco, saremmo un po’ troppo rilassati e non avremmo l’energia giusta per parlare bene in pubblico. Non c’è nulla di cui preoccuparsi, è solo un segnale che il nostro corpo si sta preparando per l’occasione.
5 – Mi scopriranno subito che sono nervoso
Ed aggiungo, quando si accorgeranno perderanno ogni fiducia di te e sarai condannato. Vero o no? Scherzo! Perché ci sono passato anche io. Pensavo di poter essere venduto agli inglesi e poi condannato al rogo come Giovanna D’Arco…
Devi sapere che molte reazioni del nostro corpo sono percepite dalle persone, in modo diverso da come la pensiamo noi. In altre parole, le sensazioni che viviamo quando siamo imbarazzati, il disagio iniziale, il calore sul volto, le gambe che iniziano a tremare ecc. Spesso non sono neanche notate dall’esterno. E in ogni caso, sempre in modo diverso da come le immaginiamo noi che siamo preoccupati.
Poi è ovvio che più concentriamo il pensiero sul nostro corpo, più aumentano le sensazioni ed a quel punto lo farai notare all’esterno. Tu pensa che io nell’età adolescenziale (anche ora mi capita) diventavo rosso facilmente. Analizzando bene la reazione del mio corpo agivo come un cane che si morde la coda:
- Io sentivo un po’ di calore sulle guance (L’ interlocutore non si rendeva conto)
- Invece di concentrarmi sul discorso, pensavo: “Oddio, ora mi vedono che sono rosso”.
- Aumentava il colore sulle mie guance fin quando diventava davvero visibile
In definitiva, se mi fossi subito concentrato al contenuto della discussione, nessuno si sarebbe accorto del mio rossore perché mi sarei tranquillizzato. Quindi, la percezione che abbiamo noi del corpo nel momento di “paura” è diversa da come viene vista dall’esterno. Ed è il motivo del perché sia un grande sostenitore nell’acquisire maggiore consapevolezza del proprio corpo, invece di imbottirsi esclusivamente di tecniche per comunicare in pubblico.
Nella peggiore delle ipotesi in cui, le persone riescano a capire che tu sia agitato, ti vedranno più umano e vicino a loro. Ovvio, senza raccontarti le favole. Ci sarà sempre qualcuno a cui non piacerai, ma non c’entra con l’agitazione. Le persone saranno invece più propense a starti vicino, ad affiancarti e non allontanarsi da te.
Ti riepilogo i cinque miti di cui ti ho parlato:
- Sono l’unico ad aver paura di parlare in pubblico
- Bisogna essere perfetti oratori
- Lui non ha paura
- Il nervosismo è dannoso
- Mi scopriranno subito che sono nervoso
Ricorda che non occorre avere dei “super poteri” per diventare bravo. Ognuno può imparare a gestire efficacemente la paura di parlare in pubblico. D’altro canto non bisogna neanche perdersi collezionando tecniche inutili e superficiali.
Infine, alcuni suggerimenti da prendere in considerazione:
- Sposta l’attenzione da te stesso al pubblico, pensa a come puoi coinvolgerli
- Evita di imparare tutto a memoria, a limite memorizza solo le parole chiave
- Analizza la paura e cerca di diventare consapevole della reazione del tuo corpo
Bene, rileggi attentamente questa guida perché ti sarà utile ad allontanare pensieri e paure per la tua prossima presentazione o discorso pubblico. E se hai trovato interessante quello che hai letto, puoi iscriverti (Gratis) ai miei consigli di public speaking per il business e ricevi subito il video corso introduttivo del METODO 4S. Clicca il link nel box giallo in basso:
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Il meglio!
Giuseppe Franco
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