3 tecniche per influenzare chi vuoi?
(Trascrizione) Come influenzare chi vuoi?
Guardami, guardami che adesso riesco ad influenzarti… no non quelle cazzolate.
Non si può propriamente influenzare gli altri come se fossero dei robottini. Come se tu avessi il telecomando per riuscire a portare gli altri dalla tua parte.
Quello che possiamo fare, generalmente, noi se vogliamo guidare o coinvolgere un gruppo è… o motivarli se riusciamo, o ispirarli.
E questo non è così semplice come viene raccontato, come viene narrato. A meno che non ci siano quei casi, veramente eccezionali, in cui con qualche “tecnicuccia” tu riesca a portare le persone dalla tua parte.
Quello che voglio darti adesso sono delle indicazioni. Cioè, quali sono i tre elementi da tenere in considerazione e che puoi valutare tu quando devi coinvolgere o influenzare gli altri.
Numero 1
Quando ti rivolgi agli altri, al tuo gruppo. Potresti pensare di appellarti ad un aspetto emotivo.
Partendo dal presupposto che devi avere comunque un obiettivo in quello che stai facendo, quindi condividere il tuo obiettivo con il gruppo.
Quindi devi essere già accettato in qualche maniera dal tuo gruppo. Poi puoi passare alla parte emotiva. Che cosa significa?
Quando trasmetti, quando racconti questo obiettivo, devi cercare di farlo con un certo entusiasmo. Ma questa cosa non è sempre così facile o valida.
Altrimenti rischi di cadere in quella tipologia di comunicare del classico “vai ce la facciamo tutti insieme” però poi alla fine nessuno ti sta seguendo.
Numero 2
Appellarti invece alla logica, che significa?
Una volta che tu spieghi un qualcosa, un obiettivo, quello che stai facendo, devi dare delle indicazioni razionali perché davanti a te ci possono essere delle persone che hanno bisogno di dati concreti.
Di quello che stai facendo. Cioè fargli vedere concretamente, quello che stai facendo e quello che hai intenzione di fare. Fornire dei numeri concreti.
Numero 3
Un terzo elemento, che ritengo fondamentale, è quello della cooperazione. Invitare gli altri a collaborare, devi cercare di creare una connessione tra te e le persone che ti stanno seguendo.
Trovare dei punti in comune e coinvolgerli spesso quello che succede in alcune circostanze. C’è solo una persona che parla e gli altri quasi non vengono presi in considerazione.
Oppure quando qualcuno prova a dire qualcosa, non viene considerata. Devi cercare di chiamare, prendere le persone e citarle per dire: senti, cosa ne pensi riguardo quello che stiamo facendo.
Qual è la tua idea? E soprattutto riconoscere il lavoro degli altri. Se, ad esempio, state lavorando ad un progetto insieme, al tuo gruppo.
La persona che ti ha aiutato, anche minimamente, a fare qualcosa devi necessariamente ricordarla e citarla, perché è importante sentirsi parte di un gruppo.
Noi, come esseri umani, ci fa piacere far parte di un gruppo, far parte di qualcosa a cui crediamo. E se abbiamo lavorato in qualcosa e se c’è una persona che mi sta guidando e mi riconosce quello che sto facendo, mi sentirò più grato, mi sentirò più coinvolto. Quindi sono più vicino a quello che mi sta dicendo.
Riepilogando quindi: l’appello emotivo, la parte logica e la parte cooperativa, cioè di collaborazione. Se consideri questi tre elementi, quando stai comunicando con gli altri, quando pensi al tuo di messaggio.
Sicuramente avrai un vantaggio per avvicinare sempre di più le persone a te.
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Giuseppe Franco
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