Ammettere di non conoscere qualcosa è una delle cose più complesse da fare. Se poi stiamo parlando in pubblico e siamo stati chiamati da esperti a parlare in pubblico, diventa più difficile.
Perché ci comportiamo in questo modo? Ci sono diversi motivi. Tra i più frequenti è quella di essere molto autocritici, per cui quel gesto per noi potrebbe diventare un’autentica tragedia. Oppure perché pensiamo che gli altri cambino idea su di noi e ci prendano per degli incompetenti per una piccola mancanza o un errore.
Allora che cosa facciamo? Raccontiamo una bugia per coprire una mancanza e andiamo avanti a parlare. Poi però capita che qualcuno ci ponga delle domande proprio su quella bugia ed iniziano i guai. Il carico cognitivo per mantenere una bugia è impegnativo e rischiamo di essere smascherati come bugiardi (come spiego in questo video). Oltre a perdere l’autorità sull’argomento.
Invece quello che dovremmo fare è gestire quella nostra mancanza in pubblico. Ammettere di non conoscere qualcosa e instaurare un rapporto sincero con chi ti ascolta o rischi di mandare in frantumi tutto quello che hai detto sino a quel momento.
Il vantaggio in questi casi è la possibilità che hai per renderti più credibile, se sai come farlo. Sembrerà assurdo, ma se gestiamo nel modo corretto la nostra mancanza o errore, riusciamo ad entrare ancora più in sintonia con chi ci sta ascoltando.
Anzi è una buona occasione per mantenere un contatto, dopo il tuo discorso, con chi ti ascolta. In più occasioni potrebbe essere un tuo potenziale cliente che si sentirà più vicino a te perché sei stato sincero ed umano.
Nessuno si sognerebbe mai di fare affari con un bugiardo. Per cui, un banale errore sottovalutato, potrebbe diventare una falce che taglia la tua credibilità in pubblico difficile da recuperare.
Giuseppe Franco
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