Giorni fa Elon Musk ha presentato la sua nuova impresa chiamata Neuralink. Sto parlando del co-fondatore di Tesla e di SpaceX. In poche parole, Musk e il suo team, vogliono impiantare un dispositivo nel cervello in grado di leggere i segnali elettrici che si attivano.
Il punto non è solo quello di migliorare le attuali capacità umane ma anche di essere d’aiuto ai paraplegici, a ripristinare la vista ai non vedenti.
Durante la conferenza di presentazione, Musk aveva l’obiettivo di presentare la nuova impresa e anche di reclutare nuovi scienziati interessati a supportare il progetto.Per dire che il “dispositivo” non ha fili vistosi, dice: “come una Tesla con le maniglie nascoste”.
Utilizzando questa similitudine riesce a essere più efficace quando sta comunicando. Perché in sostanza utilizza un’immagine, una figura retorica. In questo caso un’immagine che già conosciamo (la Tesla) per veicolare più facilemnte il messaggio.
E questo la dice lunga quando noi stiamo comunicando, perché soprattutto in ambito tecnologico si tende ad utilizzare termini tecnici nuovi alla “quanto-sono-figo-io”. Per cui il cervello di chi ti ascolta deve processare più informazioni nuovi e potrebbe stancarsi e non capirti.
Invece dobbiamo ricordarci che nel momento in cui dobbiam parlare di qualcosa di innovativo dovremmo utilizzare delle informazioni che già il nostro pubblico conosce. Creare delle relazioni con delle immagini, in modo da far digerire meglio il messaggio di chi ci sta ascoltando. O ci manderanno a fancuffio…
Giuseppe Franco
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