La fobia di parlare un pubblico è una di quelle paure che rallentano la nostra carriera.
Comprendere le radici di questa paura molto comune può aiutarci ad affrontarla velocemente.
Nelle prossime righe ti dirò quali sono gli elementi fondamentali che ho imparato sulla mia pelle.
Perché, essere un buon oratore ci aiuta a progredire professionalmente, fa crescere la nostra attività e ci aiuta a stringere collaborazioni.
E molte volte l’unica cosa che si frappone tra te e il pubblico è la paura.
Indice dei contenuti
Come si chiama la fobia di parlare in pubblico?
Si chiama glossofobia o paura di parlare in pubblico.
La parola glossofobia deriva dal greco γλῶσσα glōssa, che significa lingua, e φόβος phobos, paura o terrore.
Alcune persone vivono costantemente con questa specifica fobia.
In più occasioni è stato detto che la fobia di parlare in pubblico è la paura più frequente.
Qualcuno esagera, dicendo che fa più paura della morte ma è un falso mito come dico anche qui.
Non ho dubbi che tra una persona preferisca parlare ad un funerale, che essere nella bara.
Comunque, la paura di parlare in pubblico si può affrontare e diventare più bravo come oratore.
Io sono la testimonianza diretta, visto che da adolescente diventavo rosso e mi bloccavo per qualsiasi stupidaggine mi venisse chiesta.
Quando parlavo con una ragazza, extra gnocca, ripetevo solo le prime sillabe dell’alfabeto…
Chiunque, tra l’altro, può aver paura di parlare in pubblico e provare simili sensazioni.
Quando chiedo ai miei clienti cosa li rende nervosi, invariabilmente rispondono con le stesse risposte:
“Non mi piacere avere gli occhi puntati su di me”
“Non mi piace essere guardato”
“Ho paura di essere giudicato”
E altre sensazioni che vedremo insieme.
Le origini della fobia di parlare in pubblico
Per capire meglio, dovremmo spostarci nella preistoria.
Quando gli esseri umani percepivano gli occhi che ci guardavano come una minaccia per la loro sopravvivenza.
Le persone erano letteralmente terrorizzate all’idea di essere mangiate vive dagli animali feroci.
In risposta al pericolo, risponde l’amigdala. La parte del nostro cervello che ci aiuta nei momenti di pericolo.
Si attiva la risposta di lotta o fuga, ci sentiamo sotto stress.
Forse ti starai chiedendo cosa c’entra questo con il parlare in pubblico?
Perché i nostri cervelli hanno trasferito quell’antica paura di essere guardati nel parlare in pubblico.
In altre parole, è come se la fobia di parlare in pubblico fosse nel nostro DNA.
Viviamo il parlare in pubblico come un attacco.
Intendiamo il pubblico come minaccioso e predatore.
I sintomi che abbiamo sono paragonabili ad una minaccia, per come reagisce il corpo.
Quali sono i sintomi più frequenti?
La glossofobia causa una varietà di “sintomi” come:
- Aumento della pressione sanguigna e battito
- Le mani sudano e tremano
- Senti che stai arrossendo come un ragazzino
- Gesticoli senza controllo
- Bocca asciutta
- Irrigidimento dei muscoli della parte superiore della schiena
- Intensa ansia al pensiero di parlare di fronte a un gruppo
- Cominci a parlare e la voce si strozza in gola
- Hai paura di dimenticare le parole
- Hai paura di avere una voce monocorde
- Parli troppo velocemente o lentamente
- Ti si abbassa la voce
- Hai paura del giudizio degli altri
Ed è per questo motivo che oggi quando parliamo di fronte a un gruppo e sentiamo gli occhi che ci guardano, siamo come un uomo delle caverne esposto al pericolo.
Potrebbe esserci anche il caso in cui una persona ha vissuto una brutta esperienza mentre parlava in pubblico e teme si possa ripetere la stessa cosa.
Mi riferisco a quella fantastica figura di sterco, fatta da qualche parte e che cerchiamo di nascondere come i capelli bianchi.
Inoltre, la fobia di parlare in pubblico fa ancora più paura perché il nostro ego potrebbe essere danneggiato.
Perché mi preoccupo anche di poter dimenticare quello che ho da dire e sembrare stupido.
Qualcuno potrebbe correggermi ad alta voce e in modo meschino (figlio di cerbottana!)
A questo punto il cervello ci dice che siamo sotto attacco e facciamo tutto il necessario per proteggerci.
Costruiamo delle barriere tra noi e la fonte del pericolo (il pubblico) per respingere l’attacco.
Quali barriere ci creiamo?
Guardiamo sempre le slide, come in un rapporto morboso.
Guardiamo in basso, in cerca della cerniera? 🙂
Cerchiamo di nasconderci dietro un leggio.
Ci ritiriamo nei nostri appunti come un giudice di Forum.
Il punto è che dimentichiamo totalmente delle persone di fronte a noi, vorremo diventare invisibili.
Io quando arrossivo, ad esempio, cercavo dei fazzolettini per soffiarmi il naso e nascondermi un pochino dagli occhi che mi fissavano.
Poi avevo il naso rosso da clown per quanto lo avessi strofinato.
Che cosa possiamo fare?
Una delle chiavi più diffuse per calmare l’amigdala, è quella di allontanare l’attenzione da noi stessi.
Probabile che tu abbia letto da qualche esperto che sia fondamentale concentrarsi sul pubblico per ridurre la fobia di parlare in pubblico.
In parte è vero ma non è valido per chi si trova alle prime armi o ha molta paura di parlare il pubblico.
Personalmente, ogni volta che sentivo la parola parlare in pubblico, immaginavo una folla enorme di fronte alla quale non ero in grado di esibirmi e ridevano di me.
Pensavo mi dicessero anche coyote, ma è ininfluente ora.
Piuttosto quella immagine negativa mi ha sempre fatto indietreggiare.
Trovavo tutte le scuse del mondo e magari fossi arrivato su palco per parlare.
Ecco perché dire certe frasi sbrigative: “concentrati sul pubblico” sono senza senso, quando la paura inizia da molto prima.
Sono le frasi del “facile fare il guru, con il… la paura degli altri”.
La lezione che ho imparato
In ogni caso, la fobia di parlare in pubblico è paura fin quando continuiamo a scappare da essa.
Quando affronti la paura, lei inizierà a scappare da te.
Facile? No. Serve metodo e persistenza.
E per quanto riguarda il giudizio degli altri, dovremmo ricordarci che ci saranno sempre persone a cui non piaceremo.
Hai presente quel tuo simpatico collega o conoscente che racconta di te come uno sfigato?
Ci sarà sempre, anche se diventerai il messia del public speaking. Anzi dirà che sei doppiamente sfigato.
Se non lo accettiamo, saremo sempre in difficoltà, qualsiasi metodo utilizzeremo per affrontare la fobia di parlare in pubblico.
Non sarebbe meraviglioso poter comandare il nostro cervello in modo da poter cambiare il modo in cui ci comportiamo come vogliamo?
Soprattutto, quando si tratta di parlare in pubblico?
Non è possibile comandare nulla!
Perché non esistono bacchette magiche ma potremo arrivarci ad una maggiore abilità con metodo ed esercizio.
Possiamo, ad esempio, cambiare la risposta della nostra mente ad una situazione stressante come la paura di parlare in pubblico.
Riuscire a trasformare l’emozione paura in qualcosa a nostro favore per comunicare efficacemente in pubblico.
Però prima di intraprendere un viaggio per il miglioramento, dobbiamo identificare cosa dobbiamo cambiare.
Inutile ripetersi frasi inutili di pensiero positivo perché peggioriamo la situazione.
Dobbiamo capire esattamente dove concentrarci.
Inutile continuare a curare il mal di testa se hai male alle caviglie.
I 3 punti su cui riflettere
La consapevolezza inizia da un’attenta valutazione dei nostri comportamenti.
Difficile riuscirci sempre da soli ma ci sono 3 punti su cui riflettere per affrontare la paura di parlare in pubblico:
- Sensazioni fisiche
A volte non sappiamo cosa stiamo provando.Quali sensazioni fisiche e descriverle ci aiuta ad affrontarle.
Questo ci aiuta a identificare le emozioni fondamentali associate all’esperienza di paura che stiamo vivendo: farfalle nello stomaco, tremore, nausea, sensazione di testa leggera, palmi e fronte sudati.
- Giudizi affrettati e risposte automatiche
Si tratta di un passaggio più delicato ma riguarda le reazioni automatiche del nostro corpo in caso di pericolo.In momenti di stress, il nostro corpo rilascia una sostanza chimica chiamata cortisolo.
L’ormone dello stress aumenta la pressione sanguigna, la frequenza respiratoria e non solo. Offusca la nostra capacità di fare valutazioni razionali.
Un esempio di pensiero automatico malsano potrebbe essere: “Quella persona non mi piacerà sicuramente”. Oppure “Penseranno che sarò noioso”.
Tutta questa sequenza di cazzolate che pensiamo, ci porterà ad una mentalità negativa di affrontare il pubblico.
- Il mondo ci vuole sfidare…
Ci creiamo delle distorsioni cognitive su quello che sta succedendo. Parlo di quei pensieri o convinzioni elaborate superficialmente o senza prove.Sono quei ragionamenti (dette anche seghe mentali…) imprecisi e che possono aumentare la nostra paura di parlare in pubblico.
Un esempio di convinzione errata potrebbe essere: “Questo collega mi sta invitando a parlare perché vuole attaccarmi”.
Oppure: “Mi invitano sempre a quella riunione. Ci deve essere un motivo per cui non sono stato invitato anche questa volta.”
Il punto è che non possiamo credere a tutto ciò che pensiamo.
Altrimenti la fobia di parlare in pubblico diventa più grande e senza un senso logico.
Soffermarsi solo a tecniche per parlare in pubblico è riduttivo, serve considerare anche la nostra mente.
La motivazione che ci porta ad agire in un certo modo.
Serve a scomporre la paura e ridurre il carico di pressione che mettiamo.
Trovo assurdo chi si specializza solo sulle tecniche di public speaking con i paraocchi e sottovaluta aspetti come la crescita personale.
La troppa specializzazione sta sfuggendo di mano a molti formatori.
Come se diventassi esperto di bacio alla francese e mi puzza l’alito perché ho sottovalutato come si lavano i denti.
Perdona l’esempio grezzo e torniamo a noi.
Le pressione delle aspettative
Perché se riduci la pressione, riduci anche la paura di parlare in pubblico.
Prendiamo ad esempio due tipi di pressione frequenti che analizzo con i clienti:
- Prestazioni
Devo essere professionale, perfetto, divertente ecc. - Vergogna e giudizio
Non voglio che le persone mi vedano diventare rosso, agitato ecc.
Il miglioramento inizia dal ridurre le false aspettative e idee che abbiamo nei confronti del pubblico.
Dovremmo arrivare a vederla come una conversazione e non una fossa di tigre feroci.
Lasciamo andare quello che le persone pensano di noi.
Anzi, molte volte non stanno proprio pensando a noi, perché sono troppo occupati a pensare all’amante, la moglie, i figli, il pre-pensionamento ecc.
Impariamo, invece, ad essere più gentili con noi stessi, invece di ammazzarci di auto critiche.
L’esposizione graduale in pubblico
Una volta accettati i normali sentimenti di disagio, riusciremo a vedere la paura come un alleato a farci fare di meglio in pubblico.
Possiamo passare all’esposizione graduale ed affrontare pian piano la fobia di parlare in pubblico.
Fare pratica con il metodo di giusto di public speaking.
I migliori oratori pubblici del mondo, che hanno ridotto l’ansia di parlare in pubblico, hanno fatto tutti così per diventare bravi.
Nessuno si è svegliato al mattino ed ha detto come Martin Luther King Jr: “I have a dream”.
Anche perché si sarebbe preso una botta in testa.
Il punto è che hanno acquisito un metodo e sono migliorati con la pratica.
Ed è ovvio che la pratica deve essere fondata sulle tecniche corrette, altrimenti peggioriamo la situazione.
Solo così diventerai un presentatore più sicuro che ha saputo affrontare la fobia di parlare in pubblico.
Se anche tu vuoi approfondire quello che hai letto e conoscere il Metodo 4S per affrontare la paura di parlare in pubblico vai qui: https://go.giuseppefranco.it/corso4s
Giuseppe Franco
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