Quando un moscerino mi fini in bocca mentre parlavo al microfono.
Torrida serata estiva. Era il mio turno per parlare in diretta in un network radiofonico (che non cito per pudore :-)). Mi alzano il volume del microfono ed un piccolo moscerino finisce nelle mie tonsille. Gustosissimo!
Tutto questo a portato ad una “portentosa” voce da Duffy Duck ed una figura di sterco nazionale.
Quello che hai appena letto è un piccolo aneddoto divertente che avrei potuto utilizzare in un discorso pubblico per parlare di voce e public speaking.
Però mi rendo anche conto che è stato un mio goffo tentativo di evidenziare l’importanza dello storytelling partendo dalla mia cena con moscerini, non è il massimo.
Allora parliamo di personalità di un certo livello, citando l’ex Ceo di Starbucks Howard Schultz.
Un abile comunicatore che ha utilizzato molto bene l’arte di raccontare storie quando parlava in pubblico per conto di Starbucks.
Schultz, ad esempio, parlava dell’incidente che il padre aveva avuto da ragazzino e dei suoi occhi innocenti influenzati nel vedere il padre infortunato e impossibilitato a lavorare. Diceva che quella condizione lo avesse portato a lanciare un’azienda che si prendeva cura dei lavoratori con dei permessi adeguati.
Quindi è partito dal padre (racconto personale) ed ha aggiunto dei punti dell’azienda (permessi adeguati e assicurazioni)
Altro esempio.
Per spiegare le decisioni che prendeva per l’azienda, partiva spesso dalle sue origini. Figlio di genitori disoccupati che ha vissuto nelle case popolari di Brooklyn che è diventato l’amministratore delegato della catena di caffè di maggiore successo al mondo.
In questo caso è partito dalle sue umili origini (racconto personale) ed ha introdotto l’azienda utilizzando il classico viaggio dell’eroe.
Ci sarebbero altri esempi su Starbucks (se interessa guarda questo mio video girato a Milano) ma basta questo per evidenziare l’importanza dello storytelling quando parliamo in pubblico.
Dovremmo solo riflettere perché ognuno di noi ha qualcosa da raccontare e che potrebbe rendere la nostra comunicazione più efficace.
Molte volte invece evitiamo di farlo per timore di essere sciocchi o perché ci hanno spiegato che dovremmo essere invincibili e “bissiness”.
Non mi stancherò mai di ripeterlo, le persone adorano ascoltare esseri umani e non robot.
Se volessimo poi scendere anche sul più tecnico, il cervello di chi ci ascolta si ricorderà più facilmente della nostra umanità e difficoltà, rispetto al racconto di una vita patinata e senza una sbavatura.
Quindi chiediamoci, quali storie possiamo raccontare e collegare ad un nostro messaggio?
Quali sono alcuni aneddoti che potranno divertire il pubblico e alleggerire la comunicazione?
Non occorre essere a capo di Starbucks per farlo, serve soltanto prepararsi bene prima di parlare in pubblico.
E nemmeno mangiarsi un moscerino in una torrida serata estiva come è capitato a qualcuno…
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Giuseppe Franco
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