Sono stufo. Non riesco ancora a digerire il perché si continui a regalare illusioni in molti testi o durante corsi di formazione. Basta fare una semplice ricerca per capire quanti formatori abbiano copiato esattamente Anthony Robbins e fatto credere che si possano ottenere risultati con semplicità (Photo credit: Randy Stewart).
Se stai leggendo, molto probabilmente sai che sto parlando di uno dei motivatori americani più popolari o forse sei già un suo fan incallito. Nulla da dire sulla sue capacità personali. Anche io ho condiviso qualche sua nozione che ho trovato efficace, ma in tantissime altre (in stile americano) la penso in modo diverso.
Stai tranquillo perché in questa guida non ho intenzione di sprecare un secondo del tuo tempo a parlare della camminata sui carboni ardenti (firewalking), delle frecce spezzate col collo, di frasi in inglese a caso, di abbracci “forzati” e spiegarti perché la penso in modo “totalmente diverso” da Robbins e clonazioni varie. Se mi segui da tempo, conoscerai già il mio pensiero a riguardo.
Parlare in pubblico come Anthony Robbins? No, grazie
Quello di cui voglio parlarti invece, è l’errata diffusione delle tecniche di modeling della PNL in Italia, tramite formatori di ogni genere e corsi per parlare in pubblico.
Di che cosa parli Giuseppe?
In sintesi: quando ti raccontano che basti osservare quello che fa Robbins ( o uno speaker di successo), copiare le tecniche sul palco per diventare bravo a parlare in pubblico. Qualcuno addirittura esagera ed afferma che possa far diminuire l’ansia in poco tempo (una follia!). Giusto per chiarirci, se vuoi prendere esempio da quelli più esperti di te è una sana abitudine. L’abbiamo fatto tutti. Però qualcuno dovrebbe anche spiegarti che è solo la punta dell’iceberg e dietro c’è un lavoro ed una esperienza di molti anni. Non basta imparare quattro tecniche e fare un trenino durante un corso.
Con questo, non voglio dirti che le tecniche insegnate siano del tutto inutili. Però molti formatori, coach o simili, dimenticano (o lo fanno di proposito per accaparrare più iscritti) delle informazioni fondamentali.
Giuseppe, da qualcuno bisogna pur imparare…
Certamente. Te lo spiego in altri termini. Quando sei andato a scuola, il maestro ti ha insegnato a scrivere la lettera “A” di ape? Ricordi? Però non credo ti abbia detto che bastasse copiare la sequenze di lettere utilizzate dagli scrittori e saresti diventato Pirandello dopo una settimana?
Hey Giuseppe, che cosa stai scrivendo? E’ ovvio!
Sono contento che per te sia ovvio, ma non è così per tutti. Altrimenti non saremmo circondati da persone che dopo i corsi credono di poter spartire le acque come Mosè o poter dire: “Lazzaro, alzati e parla in pubblico” :-). E poi si deprimono perché il miracolo non si è avverato. E’ inutile insegnare, tramandare regole, distribuire diplomi come acqua piovana senza educare le persone al buon senso!
Tony Robbins: Why we do what we do
Per farti capire cosa intendo quando parlo di buon senso, andiamo subito al sodo. Nelle prossime righe voglio analizzare insieme a te, uno degli interventi più noti di Anthony Robbins al TED, intitolato Why we do what we do (Letteralmente: perché facciamo ciò che facciamo). Ti suggerisco di vedere subito il video (durata 21:45) e poi continuare con la lettura.
Visto il video? Di seguito troverai una mia analisi che non pretende di essere completa (dovremmo parlare per due giorni o più), ma ti sarà utile a capire pro e contro della performance di Anthony Robbins. Quello che puoi imparare e quello che devi dimenticare. Insomma se alcune cose non ti sono state dette, te le dico io, gratis. Ho preso 5 dei punti più salienti del video:
- Jeans e mano in tasca
- Voce, parole e cuore
- Operazione vacanze
- L’intervento di Al Gore
- L’umorismo
Sei pronto? Andiamo!
1. Anthony Robbins: jeans e mano in tasca
Si parte. Robbins si presenta sul palco con uno stile molto casual. Giacca, camicia senza cravatta e un jeans. Già dai primi minuti dell’intervento cammina avanti e indietro sul palco. Ogni movimento è ben preciso per catturare l’attenzione del pubblico. Muove la mano destra in alto e in basso, enfatizza le parole e col linguaggio del corpo fornisce maggiori indizi su cosa il pubblico deve pensare o sentire.
L’altra mano è nella tasca ed è un segnale di estrema informalità (Poco “educato” qualcuno direbbe ad un altra persona). Atteggiamento che comunica ai presenti il suo modo di essere rilassato ed a proprio agio sul palco. Il pubblico lo percepisce come uno di loro, senza pretese di avere conoscenze su tutto.
E se lo facessi anche tu?
Poniamo il caso che tu voglia indossare un jeans. Se ti è solito farlo, nessun problema. Ma se fino a ieri ti sei presentato durante i tuoi interventi in pubblico con abito elegante e decidi di cambiare, chiediti innanzitutto: sono a mio agio?
Ammesso che tu sia solito indossare i jeans e decidi di muoverti con la mano dentro la tasca. Non va bene perché in molti contesti appariresti inelegante. Tony Robbins, come lo stesso Steve Jobs che durante le presentazioni indossava sempre un jeans, gli è concesso tutto o quasi. La notorietà, l’esperienza e il valore che trasmettono attraverso le informazioni, gli permettono il lusso di andare contro le regole classiche anche in situazioni formali.
Robbins ha una notorietà solida, costruita da migliaia di ore di seminari ed eventi dal vivo. Steve Jobs, non credo ci sia bisogno di spiegare cosa abbia realizzato nella sua carriera da imprenditore. Quello che potresti cominciare a fare, invece, è utilizzare le braccia e il linguaggio del corpo per sottolineare quello che stai dicendo. Pian piano potrai acquisire o crearti uno stile che più ti si addice (cravatta colorata, cappello, foulard ecc.).
2. Anthony Robbins: voce, parole e cuore
Robbins è un fiume di parole. Un ritmo velocissimo e un buon uso delle pause. Lui è abile a farlo e “pretende” dal pubblico di essere seguito. Non hanno nemmeno il tempo di pensare o riflettere a quello che sta dicendo. E’ un modo molto scaltro di parlare in pubblico e “ipnotizzare” i presenti. Sorride e ride insieme al pubblico e mette la mano sul cuore per collegarsi “a livello profondo” con le persone.
E se lo facessi anche tu?
Se non hai esperienza, potresti avere grandi difficoltà nell’imitarlo. Tu dovresti piuttosto migliorare i tuoi ritmi e scandire le parole. Altrimenti la comunicazione perde ogni tipo di efficacia. Lavora prima con degli esercizi di respirazione ed impara a gestire l’ossigeno mentre parli. Quando sei su un palco, le lancette del tuo organismo aumentano di giri ed occorre allenarsi per pronunciare le parole ad una certa velocità.
Pensa anche nel giornalismo italiano, Enrico Mentana è detto mitraglia per la velocità con cui dà le notizie. Lui riesce a mantenere un ritmo alto di parole per minuto. Evita però di pensare che sia una regola obbligatoria per i giornalisti o per chi deve comunicare in modo efficace in pubblico. La regola fondamentale è quella di scandire le parole e farsi capire. Altrimenti rischi di “mangiarti” i vocaboli. Più che una mitraglia, sembrerai un liquidator caricato a sabbia.
3. Anthony Robbins: operazione vacanze
Una delle cose che personalmente invidio ad Anthony Robbins, è la sua energia. Lui è capace di parlare per due giorni di seguito e mantenere la stessa carica. Poi però c’è una cosa che mi fa molto sorridere, quando fa battere le mani a tempo o chiede alle persone di ripetere frasi tipo “Say aye”, come se ci trovassimo in un villaggio turistico. Questo però, gli consente di evidenziare dei concetti o cambiare argomento.
E se lo facessi anche tu?
Puoi abituarti ad alzare la mano quando poni delle domande, perché il pubblico sarà più propenso a rispondere. E’ divertente, ma non è sempre cosi facile e sempre applicabile. Soprattutto nella fase iniziale, quando il pubblico non ti conosce o non è nello stato d’animo giusto. Robbins, dall’alto della sua notorietà ( e nei luoghi in cui è stimato e conosciuto) potrebbe chiedere di ripetere “più tasse per tutti” già dai primi secondi e avrebbe sicuramente numerosi fan pronti a seguirlo. Se lo dicesse qualcun’altro, rischierebbe di ricevere a casa tutte le cartelle esattoriali con obbligo di pagamento :-).
Questo succede anche al di fuori dallo sviluppo personale. Di recente, mi è capitato di assistere ad una lezione di fitness in cui l’istruttrice si ostinava (perché i segnali di rifiuto dei presenti erano evidenti dal primo momento) a chiedere alle persone di ripetere delle frasi motivanti a caSso :-). Chi si nascondeva o evitava di incrociare lo sguardo. Sembrava di trovarsi durante una interrogazione alle scuole superiori quando nessuno aveva studiato.
Nulla contro questo modo di fare. Anzi vorrei ricordarti, qualora non lo sapessi, che io ho iniziato in radio come dj, per cui mi è capitato di coinvolgere il pubblico come un animatore. Lo ammetto. Ma devi valutare molti aspetti: la capacità di coinvolgere il pubblico, la confidenza tra i presenti, il momento opportuno, il contesto e soprattutto, se è nelle tue corde.
Agire come un pappagallo, significa perdere l’autenticità e apparire ridicoli. Se ti è stato insegnato così, lascia perdere. Sembrerai la caricatura di Robbins o chi per lui. E’ importante invece sviluppare il proprio stile, valorizzare i tuoi talenti e i tuoi “difetti” che ti rendono unico. Perché il pubblico imparerà a riconoscerti per quello che sei.
Mi viene in mente il radiocronista Sandro Ciotti. All’età di 40 anni, la sua voce divenne roca per un cedimento alle corde vocali. Pare sia successo dopo 14 ore di diretta in Messico. Questa suo “problema” lo distinse con uno stile unico, da tutti gli altri. Ti immagini se poi tutti i cronisti avessero tentato di imitarlo? Un branco di… lasciamo perdere, perché poi mi innervosisco e mi brucia lo stomaco ;-).
4. Anthony Robbins: l’intervento di Al Gore
Il momento più chiacchierato del discorso è stato sicuramente l’intervento di Al Gore. L’ex vicepresidente degli Stati Uniti si è fatto notare con una battuta autoironica che ha suscitato una risata collettiva. Ecco la trascrizione in italiano, curata da Alessia Barbaresi e Maria Gitto, di quel momento:
Robbins: Ma se chiedete alle persone, perché non avete ottenuto qualcosa? Qualcuno che lavora per voi, per esempio, o un partner, o persino voi stessi. Quando fallite nel raggiungere un obiettivo, quale motivazione danno le persone per i loro fallimenti? Cosa vi dicono? Non ho – non ne sapevo abbastanza, non avevo le – conoscenze. Non avevo i – soldi. Non avevo il – tempo. Non avevo la – tecnologia. Sapete, non avevo il manager giusto. Non avevo …
Al Gore (seduto nelle prime file): Corte Suprema. (Risate)
La battuta dell’ex vice presidente è riferita al caso Bush vs Gore, trattato dalla Corte Suprema degli Stati Uniti l’11 settembre del 2000 durante le elezioni presidenziali. I giudici decisero che non c’era tempo per il riconteggio dei voti in Florida. E questo permise la vittoria al suo avversario politico George W. Bush. Quindi non bruscolini o un signore qualunque.
Robbins, è sceso dal palco per battere il cinque al presidente. Dimostrando di essere completamente a suo agio e di muoversi con spontaneità. Anzi ha continuato come un treno ed ha fatto diventare le parole “Corte suprema”, una parte integrante del discorso:
Robbins: cosa hanno tutti questi in comune, inclusa la Corte Suprema?(Risate) Sono una scusa per la mancanza di risorse, che può anche essere accurata. Potreste non avere i soldi, la Corte Suprema, ma non è quello il fattore definitivo. (Applausi) E correggetemi se sbaglio. Il fattore definitivo non sono mai la risorse, casomai è la pienezza di risorse. E quello che intendo specificamente, piuttosto che solo una frase ad effetto, è che se avete le emozioni, emozioni umane, qualcosa che ho sperimentato da voi due giorni fa ad un livello così profondo che non avevo mai provato prima, e se aveste comunicato con quelle emozioni credo che li avreste fatti neri ed avreste vinto.(Applausi)
Robbins è stato in grado di mettersi in gioco senza farsi intimorire dalle autorità presenti. In questo caso Al Gore.
E se lo facessi anche tu?
Certo, potresti imparare a mantenere il filo conduttore del discorso e coinvolgere i presenti, agganciandoti a dei fuori programma. Come ha fatto Robbins con “corte suprema”. Ma attenzione serve esperienza e tempismo. Mica puoi pensare che da domani, potrai saltare sul tavolo e battere il cinque all’amministratore delegato perché ha fatto una battuta. Oppure ti trovi in una pubblica piazza per parlare del tuo progetto e dici al sindaco: “Hey batti il cinque, frate” come un rapper.
Sto esagerando. Però voglio che tu capisca quanto sia inutile scimmiottare degli atteggiamenti, perché non ti porterà a buoni risultati. Robbins, nonostante l’esperienza, si è mosso perché ha capito di poterselo permettere in quel momento. Ha le spalle forti e non il frutto di una tecnica di PNL che lui stesso insegna. Per cui, evita di ripetere una scena simile con un amministratore, per evitare di trovarti malmenato da una guardia del corpo. Anche se dirai di aver frequentato un corso super con 487 certificazioni. Ti chiederanno lo stesso i documenti, fidati.
5. Anthony Robbins: l’umorismo
L’umorismo è un fattore vincente nella vita (Io ne so qualcosa). Anthony Robbins ha la capacità di traghettare il pubblico in un piacevole stato emotivo. Le battute iniziano già dai primi secondi per rompere il ghiaccio:
Robbins: Grazie. Devo dire che mi sento eccitato e messo alla prova. Sono entusiasta perché ho la possibilità di dare qualcosa in cambio. Mi sento messo alla prova perché, in genere, il seminario più corto che tengo dura 50 ore (Risate).
A circa sei minuti, è costretto a fermarsi e attendere che il pubblico smettesse di ridere. Ed è proprio in quel momento che Robbins ha preso il totale controllo del pubblico. Lo puoi notare anche osservando la platea nel video, è più distesa ed è propensa in avanti per ascoltarlo.
Ogni minuto che passa crea suspense quasi fosse un film a puntate. Si rivolge a Chris Anderson (il moderatore) e lo implora ad essese buono, ad alzare il pollice. Chiede più tempo perché il pubblico ha intenzione di sapere come va a finire quello che sta dicendo. Astuto e scaltro perché sa di essere arrivato al cuore delle persone che lo ascoltano.
E se lo facessi anche tu?
Il potere dell’umorismo è assolutamente incredibile per veicolare un messaggio. Ma può essere un arma a doppio taglio. Lo so che ti piacerebbe fare un sacco di battute ed essere divertente in pubblico. Secondo te, basta ripetere le battute di Robbins? Fare modeling e tutte quelle cose li? No e poi no.
Per alcune persone è naturale perché fa parte del proprio carattere e per altre meno. Prima impara a gestire la tua paura in pubblico e poi costruisciti una tua identità. Se ti metti a ripetere delle battute a caSso o copiare battute che non avranno mai successo in Italia, ricorderai tanto Natolia (Interpretata da Marina Massironi). La narratrice nello sketch I bulgari di Aldo, Giovanni e Giacomo (video).
Cosi è se vi pare
Cosi è se vi pare, giusto per citare nuovamente Pirandello. Evita di credere che sia utile imitare le tecniche di Anthony Robbins ( o di uno bravo) per superare la paura o migliorare la comunicazione in pubblico. Dietro ad alcune tecniche ci sono anni di esperienza e non bastano pochi giorni per diventare uno speaker eccellente. Quello che puoi fare invece, è prendere spunto e costruire una prospettiva a lungo termine basata su impegno e preparazione.
Tu devi confrontarti con te stesso e nessun altro. Ognuno ha la sua identità e non può diventare la caricatura di un altro. Senza contare che questo potrebbe farti perdere la fiducia in te stesso perché non otterrai i risultati sperati. Oltre che perdere tempo e denaro. Scegli bene i tuoi corsi o consulenti e lascia perdere chi ti racconta di miracoli.
Giuseppe Franco
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