Parlando con una mia cliente sulla velocità delle parole all’inizio di un discorso, siamo arrivati a parlare di silenzio. Qual è il collegamento? Nel momento in cui iniziamo, parliamo a raffica per evitare che sia un attimo di vuoto.
Tra le altre cose, siamo in un momento storico, in cui il vuoto ci terrorizza ancora di più (in latino si direbbe Horror Vacui) perché non ci fermiamo più a riflettere in silenzio. Mentre siamo in attesa da qualche parte, prendiamo in tasca il cellulare per occupare quei secondi o minuti di attesa.
Il silenzio in pubblico o quando parliamo con gli altri è sicurezza (Ne ho parlato anche in questo video). Nel momento in cui ci avviciniamo al palco, dovremmo salutare con un sorriso e mantenere quell’attimo di silenzio.
Per noi sembrerà un’eternità ma se ben gestito ha tre vantaggi:
- Noi diamo un messaggio al nostro corpo di rallentare invece di partire a raffica
- Se usato adeguatamente dimostra sicurezza a chi ci guarda e ascolta
- Dai il tempo al pubblico di acquisire meglio i concetti
Ovvio che il silenzio vada gestito correttamente, piuttosto che farlo percepire come una interruzione improvvisa. Come se una radio perdesse subito il segnale.
Il punto fondamentale è strutturare e allenarsi per il discorso con dei silenzi che ti fanno percepire come sicuro. Altrimenti sembreremo una persona impaurita che non vede l’ora di abbandonare il palco. In alcuni casi si perde anche il filo logico del discorso, perché acceleriamo per poter scappare prima possibile.
Giuseppe Franco
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