Ogni volta che penso a quelle volte che rimanevo immobile quando un professore mi interrogava me ne vergogno. Diventavo rosso semaforico ed emettevo qualche suono che nemmeno un Uomo di Neanderthal mi avrebbe capito.
Avevo paura. Quella paura che mi bloccava e non mi faceva più riflettere sulle cose da dire. Quello che aveva studiato finiva per essere accartocciato da una figura di sterco avanzato.
La paura di essere ignorati, di essere guardati con disprezzo, di essere rimproverati per aver parlato. E a volte, è la paura di non essere ascoltato affatto. Questa è una paura abbastanza comune.
Potresti avere amici che sono più a loro agio di te. O potresti avere un capo che ti fa sentire così. La verità è che non vogliamo fare ciò che temiamo.
E per quale motivo questo succede? Di motivi ce ne sono diversi ed è importante diventare consapevoli per affrontarli.
Una dovrebbe essere la sopravvivenza evolutiva: l’appartenenza ad un gruppo.
Il biologo Dr. Glenn Croston scrive:
Una difesa comune alla predazione mostrata dai primati e da altri animali è vivere in gruppo. In un gruppo, altri membri del gruppo possono avvisarsi a vicenda dei predatori e aiutarli a combattere i pericoli. I vantaggi di vivere in un gruppo sono probabilmente il motivo per cui i primi esseri umani e altri grandi primati si sono evoluti per essere sociali, e perché siamo ancora sociali oggi”.
Come se la nostra paura sia legata ad un codice genetico scritto migliaia di anni che ci induce a pensare che dobbiamo far parte di un gruppo per sopravvivere. Altimenti potremmo morire.
Si tratta di una paura profonda ed inconscia che porta a comportarci oggi in questo modo, nonostante la situazione in pubblico sia decisamente più sicura.
Sorridiamo (quando riusciamo) ed abbiamo magari le gambe tremanti perché temiamo che un minimo errore potrebbe essere la fine.
Bisogna quindi scardinare pian piano questa sensazione e acquisire maggiore sicurezza.
Procedura non facile e non è certamente immediata come qualcuno potrebbe farci pensare con delle frasi dette “ad cassum” di pensiero positivo (andrebbero condannati alla visione forzata di 24 ore su 24 di un accoppiamento di scarafaggi).
Per cui cominciamo a chiederci: in quale momento esatto comincio ad avere paura? Cosa mi spaventa di più?
Da quel momento potremmo lavorare su un metodo per affrontarla passo passo.
Nel caso ti interessi approfondire ne parlo in questo libro oppure in questo video corso in cui sono elencati anche gli altri probabili motivi della nostra paura di parlare in pubblico.
Giuseppe Franco
Ultimi post di Giuseppe Franco (vedi tutti)
- 4 Motivi per cui la TIMIDEZZA è una forza? - 11 Aprile 2024
- 8 Errori FATALI di comunicazione? - 4 Aprile 2024
- 3 Pilastri del Public Speaking? - 2 Aprile 2024